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Articolo: Quando il virus salva la natura

Quando il virus salva la natura

Quando il virus salva la natura

Negozi chiusi, serrande abbassate, fabbriche che interrompono la produzione, strade vuote, voli cancellati, crociere annullate, eventi posticipati. Questa è solo una piccola parte di quanto sta avvenendo in questi giorni un po’ ovunque nel mondo a causa di un nemico invisibile che si fa chiamare coronavirus, nome scientifico COVID-19. Ciò che inizialmente appariva a tutti come un’innocua influenza sta pian piano modificando, forse per sempre, il modo di vivere dell’intera umanità. Il coronavirus, come le locuste e come il plancton, appartiene a quella classe di esseri viventi estremamente piccoli in natura ma in grado di avere un impatto sconvolgente sull’intera società moderna globalizzata. Il coronavirus ci sta costringendo a rivalutare il rapporto che abbiamo con la Natura, ci sta obbligando a non essere compiacenti di fronte a ciò che la globalizzazione ha prodotto. D’ora in poi dovremmo tutti considerare la necessità di riconoscere che alla fine del decennio ci potremmo ritrovare in una situazione ancor peggiore, se non cambiamo i nostri stili di vita.


 

La frenetica enfasi sulle esportazioni e l’eccessiva sete di profitti devono essere mitigate, gli squilibri corretti o i polmoni del mondo cederanno. Le mangrovie sono insostituibili. Le foreste valgono migliaia di miliardi e accrescono il loro valore di anno in anno. Il costo della perdita di biodiversità è incalcolabile. Dobbiamo integrare l’economia della nostra società all’interno di un contesto organico. Le industrie estrattive hanno preso troppo al pianeta. Dobbiamo invertire una rotta troppo pericolosa e ripristinare un altro modo di vivere. Ripartire dalle domande giuste. Per esempio chiederci di cosa abbiamo davvero bisogno. Sembra che il virus sia David che costringe il gigante Golia, rappresentato dalla struttura umana, a rallentare. Lasciando così che l’inquinamento si dissipi su Cina e Italia e la temperatura del mondo cali prima di asfissiare l’intera popolazione mondiale.




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Non c’è dubbio, infatti, sulla triste realtà che il mondo intero sta combattendo, ma c’è un raggio di luce che illumina questo tempo così incerto: la natura sta prosperando. Proprio a Venezia, fino a pochi giorni fa assediata dai turisti, l’acqua sembra tornata cristallina e ricca di vita. Ma non solo in Italia: persone da tutto il mondo stanno notando come la fauna si sta riappropriando del proprio habitat. Le scimmie invadono le città in Thailandia, alla ricerca di cibo. In Giappone i cervi si prendono le strade e le volpi si incontrano sempre più spesso tra campagne e centri abitati d’Europa. Ancora in Italia, nel porto di Cagliari, si sono rivisti i delfini e sembra che a Venezia sia tornato a nidificare il germano reale. Insomma, proprio grazie al distanziamento sociale sembra che la natura sia tornata a reclamare i suoi spazi. Ma la storia più strana arriva dalla Cina, riportata su Weibo, popolare social network cinese, e poi ripresa su più canali. Un gruppo di elefanti nella provincia dello Yunnan, approfittando delle terre semi deserte a causa dell’isolamento, avrebbe fatto irruzione in un villaggio, precisamente nei campi di alcuni contadini. Gli animali avrebbero quindi attraversato i campi cibandosi di canne da zucchero, raccolti, mais e bevendo scorte di un distillato dei contadini, tanto da finire ubriachi e appisolati in campi da tè poco distanti.


 

Insomma, mentre il mondo si ferma, non mancano immagini e video dell’impatto positivo sulla Terra che arriva da questo sempre più temuto coronavirus. Un modo per ritrovare un po’ di speranza in tempi difficili.


 

Al momento, le maggiori minacce al delicato equilibrio che rende questo pianeta abitabile sono i cambiamenti climatici causati dall’uomo e la distruzione della biodiversità. Gli scienziati concordano sul fatto che se individui, aziende e governi non intraprenderanno azioni significative entro il prossimo decennio per ridurre le emissioni, il danno sarà catastrofico. Gli effetti sul mondo naturale sono già enormi, basti osservare la diffusione di sempre più malattie infettive. Ma dove scienziati e movimenti popolari non sono finora riusciti a convincere il mondo ad agire, sembra che Madre Terra abbia avuto successo: emissioni di anidride carbonica crollate, l’aria più pulita e la natura prospera. Ma non solo; poiché si ritiene che il virus abbia avuto origine dalla fauna selvatica venduta in un mercato di Wuhan, le autorità cinesi stanno modificando le leggi e le normative relative al massiccio commercio di animali selvatici del paese al fine di prevenire future epidemie: una vittoria per la biodiversità. Insomma, non resta che trovare un equilibrio affinché l’essere umano non scompaia del tutto. La morte di migliaia di persone in tutto il mondo dovrebbe servire da promemoria permanente della preziosa fragilità e delicatezza della vita.

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