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Articolo: La rivoluzione comincia dal tuo armadio

La rivoluzione comincia dal tuo armadio

La rivoluzione comincia dal tuo armadio

“Battersi per una moda sostenibile significa battersi per il futuro del nostro pianeta e dell’umanità”


 

Nell’era della globalizzazione, molti beni di consumo sono sempre più spesso avvolti da un dubbio mistero. E anche se l’abbigliamento è una delle espressioni più personali di chi siamo e cosa rappresentiamo, si inserisce perfettamente in questa definizione. Ecco perché domande quali “chi cuce i miei vestiti?”, “che impatto hanno i miei acquisti?”, “di cosa è fatta la maglietta che indosso?” esigono risposte sempre più rigorose e concrete.


 

Luisa Ciuni e Marina Spadafora intrecciano le loro voci, di giornalista e stilista, per raccontare l’avvento del fast fashion e le conseguenze del low cost, l’eccesso nei consumi e le conseguenze dello spreco, le nuove schiavitù, l’esaurimento delle risorse e la crudeltà imposta agli animali. Eppure, l’innovazione tecnologica apre strade ecologiche, modelli di economia circolare consentono di sposare profitto ed equità e tra i più e meno giovani si va affermando una spiccata sensibilità per la green fashion. Se è vero che la rivoluzione inizia dal nostro armadio, saper discernere tra ciò che è sostenibile e non, è il primo passo per garantire un futuro ai nostri figli e al pianeta.


 

CasaGIN


 

“C’è un vento nuovo che scuote il sistema moda internazionale, una richiesta di cambiamento che si insinua nelle maison e che dà vita a giovani realtà di moda sostenibile”


 

Quello della moda etica e sostenibile è un fenomeno che seppur lentamente, ha ormai raggiunto traguardi importanti e oggi la cognizione di quanto l’industria tessile inquini l’ambiente e sfrutti la manodopera più povera, è sempre più diffusa. Infatti, come citano le autrici, ogni acquisto è un atto morale oltre che economico e il primo passo verso la rivoluzione nasce dalla consapevolezza, dall’informazione e dalla trasparenza.


 

Muovendosi tra le pagine del libro ci si imbatte in un manifesto, un invito all’azione per trasformare una delle industrie più inquinanti sulla Terra in qualcosa di positivo, sia a livello micro (i nostri armadi) sia a livello macro, imparando dove e come sono fatti i nostri vestiti e come connettersi a una comunità globale e appassionata, per un cambiamento sistematico più ampio. Una guida insomma, facile da leggere, che forma e arricchisce, intrisa di consigli su come fare shopping in modo responsabile, completa di indirizzi web per verificare l’impegno dei marchi, informazioni su start up della moda impegnate nel minimizzare gli sprechi e soluzioni originali per valorizzare anche gli scarti di produzione alimentari.


 

Parole, concetti e idee, che denotano esperienza e capacità di delineare il futuro. Come si vede dalla penna di Marina Spadafora, stilista, imprenditrice, docente di moda etica in Italia e all’estero e coordinatrice italiana di Fashion Revolution, il movimento internazionale che si batte per un’industria della moda equa, trasparente e responsabile. E altrettanto indispensabile è il contributo di Luisa Ciuni, giornalista, scrittrice e critica di moda, laureata in Filosofia della scienza con una particolare attenzione ai temi della sostenibilità e dell’etica.


 

“Ci sono tanti modi di vestire sostenibile e allo stesso tempo funky, chic o casual. Si può essere coerenti con i propri principi anche quando ci si veste, e si può farlo divertendosi, creando e innovando, spendendo moderatamente e rispettando il pianeta e le persone senza privare le generazioni a venire del loro futuro”


 

Lo shopping di domani, profetizza il testo edito da Solferino, dovrà diventare un atto politico. Anche perché, tra lustrini e ricevimenti, l’industria dell’abbigliamento dà lavoro a più di 75 milioni di persone nel mondo ed è la seconda voce dell’economia italiana.

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