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Articolo: Moda, ambiente e consapevolezza

Moda, ambiente e consapevolezza

Moda, ambiente e consapevolezza

Quanto hai pagato per i vestiti nel tuo armadio? Se hai le ricevute, puoi calcolarlo. Tuttavia, dietro ogni vestito, paio di jeans, camicia e calzino c'è un costo che passa inosservato alla maggior parte delle persone: il costo per l'ambiente.


 

L’ambiente è il nostro bene più prezioso e per questo è nostra responsabilità prenderci cura del pianeta. Per fare questo dobbiamo porre attenzione ai nostri acquisti in quanto ogni prodotto che portiamo a casa genera un impatto in termini di consumi. Ogni settore contribuisce a modo suo con un’impronta di carbonio. Tuttavia, l’industria dell’abbigliamento è spesso considerata come quella che più inquina. Basti dare un’occhiata alle seguenti statistiche, pubblicate dall'UNEP e dalla Ellen MacArthur Foundation, per farsi un'idea:


 

- Ogni anno l'industria della moda utilizza 93 miliardi di metri cubi d'acqua, sufficienti per soddisfare le esigenze di consumo di cinque milioni di persone.

- Circa il 20% delle acque reflue in tutto il mondo proviene dalla tintura e dal trattamento dei tessuti.

- Della fibra totale utilizzata per l'abbigliamento, l'87 % viene incenerito o smaltito in discarica.

- L'industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali annuali di carbonio, più di tutti i voli internazionali e delle spedizioni marittime messe insieme. A questo ritmo, le emissioni di gas serra dell'industria della moda aumenteranno di oltre il 50% entro il 2030.

- Ogni anno mezzo milione di tonnellate di microfibre di plastica vengono scaricate nell'oceano, l'equivalente di 50 miliardi di bottiglie di plastica. Il pericolo? Le microfibre non possono essere estratte dall'acqua e possono diffondersi lungo tutta la catena alimentare.

 

Cosa fare allora? È possibile scegliere bene, informandosi e cercando di capire cosa è meglio per l’ambiente. Sapevi, per esempio, che il 52% (1,22 kg) dell'impronta totale di carbonio di una T-shirt dipende da come la indossi, la lavi, la stiri e l’asciughi?


 

L’impronta di carbonio è infatti il metodo più consolidato per determinare l'impatto climatico di un prodotto. Durante l'intero ciclo di vita di un prodotto, dall'estrazione delle materie prime, passando per le numerose attività quotidiane che riguardano la gestione dello stesso, al riciclaggio o allo smaltimento, si verificano impatti rilevanti per il clima sotto forma di emissioni di gas serra. L’unità di misura dell’impronta di carbonio, è il chilo o la tonnellata di CO2. Esso aiuta a identificare, analizzare e, con le giuste misure, ridurre o (idealmente) evitare completamente questi impatti.


 

Per fare un esempio 1 tonnellata di CO2 pesa quanto 10 cuccioli di elefante o una giraffa adulta e occuperebbe lo stesso spazio di una piscina larga 10 m, lunga 25 m e profonda 2 m! Cosa produce 1 tonnellata di CO2? 4.428 km in auto o 16.093 km in autobus!


 

L’impronta di carbonio è la somma dell’impronta primaria e l’impronta secondaria. Mentre l’impronta primaria misura le emissioni dirette da combustibili compreso il consumo di energia domestica e il trasporto (ad es. auto e aereo), la secondaria misura le emissioni indirette di CO2 derivanti dall’analisi dell’intero ciclo di vita (dalla produzione e allo smaltimento) dei prodotti utilizzati e valuta come le scelte compiute influenzino indirettamente la quantità di CO2 emessa nell'atmosfera.


 

 



 

Come fare quindi per ridurre la quantità di emissioni di CO2? Noi di CasaGIN abbiamo scelto di utilizzare un tessuto molto innovativo per la produzione dei nostri capi: il TENCEL Modal, ossia un derivato della fibra di faggio. Questo ci permette di risparmiare per ogni T-shirt realizzata 0,23 chili di CO2, 1.364 litri di acqua e 2,86 metri quadri di terreno, rispetto all’utilizzo di un tessuto come il cotone tradizionale. C’è poi da considerare che questo tessuto è naturalmente antibatterico e necessita perciò di meno lavaggi. Inoltre i nostri capi sono realizzati da laboratori artigiani che si trovano a meno di 70 km dai nostri uffici, tutti in Italia. Questo ci permette di ridurre drasticamente i costi di trasporto. Infine le nostre tinture sono certificate OEKO-TEX® Standard 100, che verifica l'assenza di sostanze nocive.

 

Insomma, per rendere l'industria dell'abbigliamento più sostenibile, tutti gli attori devono essere coinvolti, dai designer ai produttori, dai critici ai consumatori. Senza i consumatori che apportano un cambiamento, gli sforzi sono vani…devono prendere coscienza di ciò che acquistano. Come? Fare questi piccoli passi può aiutare:

 

- Prima di acquistare, verifica che il tuo marchio di fiducia abbia seguito criteri sostenibili per realizzare i capi di abbigliamento.

- Sii creativo nell’accostare i capi e riciclali una volta consumati.

- Ripara i tuoi indumenti quando possibile (noi di CasaGIN offriamo gratuitamente questo servizio).

- Dona ciò che non usi più.

- Acquista solo ciò di cui hai bisogno. In alcuni paesi il 40% degli indumenti acquistati non viene mai utilizzato.

- Scegli la qualità sulla quantità. Il miglior modo per essere sostenibili è passare ad indumenti di lunga durata. Inoltre l’abbigliamento economico spesso non sopravvive al ciclo di lavaggio.

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