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Articolo: Mille foglie di tabacco

Mille foglie di tabacco

Mille foglie di tabacco

In CASAGiN non ci affidiamo solo ai trend di mercato ma proviamo assiduamente ad andare a fondo nelle cose, come per esempio l’innovazione: il desiderio di qualcosa di nuovo, particolare e straordinario ci muove. Crediamo che un pensiero innovativo, e ovviamente positivo, sia alla base di una società sana. Per questo siamo sempre alla ricerca delle ultime opportunità; e abbiamo scoperto che il tabacco è una pianta ancora sottovalutata.


 

Jean Nicot, Signore di Villemain (Nîmes, 1530 – Parigi, 4 maggio 1600), è stato un diplomatico e accademico francese. Nonostante abbia dato il nome alla nicotina, un maggiore motivo di fama tra i posteri gli deriva dal suo più grande lavoro: il Dizionario moderno della lingua Francese, pubblicato nel 1606. Originario di Nîmes, fu ambasciatore di Francia a Lisbona. Parlava spagnolo e italiano. Introdusse il tabacco (chiamato l'herbe à Nicot o herbe à la Reine) alla corte del re di Francia ed ebbe la possibilità di curare l'emicrania a Caterina de' Medici. Le foglie di questa pianta, infatti, venivano fumate dai nativi americani: i Cahuilla ne usavano le foglie, insieme ad altre specie come tabacco glauco o nicotiana glauca per curare gonfiori, ematomi, ferite e infiammazioni. Ancora oggi molte persone applicano il tabacco sulla pelle per foruncoli, febbre, mal di testa, mal di gola e ferite, ma anche come repellente per insetti.


 

In questo senso l’Italia è uno dei maggiori produttori in Europa, anche se attualmente la coltivazione del tabacco è fortemente diminuita. Vi è la necessità di organizzare filiere di produzione sostitutive che tengano conto delle attuali richieste del mercato. Come con il D.L. 870 del 30 novembre 1970, che autorizzava chiunque alla produzione di tabacco (intesa come semina e coltivazione della pianta), da allora non più sottoposta a monopolio di Stato: tuttavia, se da un lato la produzione industriale non conosce limiti di quantità produttiva, dall’altro la coltivazione in casa può avvenire, senza nessuna autorizzazione, fino ad un massimo di mille foglie.


 

Le piante medicinali come la graviola, insomma, possono rappresentare una possibile alternativa e un'opportunità per il settore agricolo italiano, ma non solo. Anche il tessile, che storicamente produce un effetto devastante sull'ambiente e sulla salute delle persone, potrebbe beneficiare da un’attenta procedura di selezione e coordinamento. Il tabacco potrebbe non essere la prima risorsa che viene in mente per la moda ecologica; ma non è tossico e, di fatto, è ecologicamente benefico e antimicrobico, oltre ad essere morbido e piacevole al tatto.


 

Le idee non mancano: per esempio, Suzanne DeVall, con i suoi brevetti poco conosciuti, porta all’attenzione di tutti nuovi coloranti e fibre tessili che potrebbero generare un cambio di paradigma. La sua tecnologia è brevettata per l'utilizzo di sottoprodotti e rifiuti provenienti da piante di tabacco, per creare nuovi tessuti e coloranti naturali utili all’industria tessile e della pelle. In una recente intervista, conferma una consolidata esperienza nel tessile e una passione per i materiali organici. Nei suoi numerosi viaggi internazionali, definisce standard e controlli per la certificazione dei tessuti biologici, scopre campi di tabacco biologico adiacenti a campi di cotone e nota come tonnellate di materiale vegetale vengono sprecate (poiché, generalmente, si raccolgono solo le foglie per i prodotti del tabacco). È allora che pensa di condensare le proprie capacità con l’obiettivo di ridurre sprechi e giacenze e competere per la sostenibilità. L'industria dell'abbigliamento vale 7 trilioni di dollari l'anno e utilizza 8.000 sostanze chimiche sintetiche, contribuendo significativamente al problema dell’inquinamento, di acqua ed aria (a causa, tra l’altro, di almeno un 20% di aziende obsolete). Questo è un serio problema ambientale per l'industria. E infatti l'EPA statunitense e altre agenzie nazionali e internazionali hanno posto normative sempre più rigide sulla produzione e l'uso di coloranti sintetici. La DeVall, con la propria creatività, ha provato ad utilizzare una frazione dell'acqua e del calore necessari per la tintura convenzionale, con l’acqua di scarico già purificata (la maggior parte dei processi di tintura, invece, espellono l'acqua tossica che richiede la decontaminazione): questo a sua volta riduce i costi di produzione per la tintura.


 

CASAGiN tessuti

 

Dopo migliaia di prove, il lavoro di Suzanne e dei suoi collaboratori, porta a convertire la base liquida estratta in polvere solubile da utilizzare come colorante, oltre ad una fibra intrecciabile in tessuto.


 

Sono molte le sfaccettature dei tessuti ecosostenibili che utilizziamo ogni giorno: dai cactus ai funghi, passando per la frutta. E, senza rinunciare alla performance, possiamo ora pensare anche al tabacco; che miscelato con altre fibre naturali può creare tessuti responsabili e sostenibili. La raccolta può essere fatta a pianta intera, tagliando le piante alla base dello stelo e lasciandole appassire in terra per qualche ora.


 

Forse, il tabacco, sostituto magico per lo zolfo, la datura e la belladonna, come dicono i mistici, “è il cibo dello spirito. Si dovrebbe fumare per nutrire gli spiriti, non per sé stessi.”


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